Gran Sasso   - Corno Grande 2912 mt                                       

Traversata delle 3 vette

La traversata delle tre vette, dall'orientale verso l'occidentale, l'ho compiuta in due tornate diverse.

La prima, da solo, salendo dalla piana del laghetto e scendendo per la via Gualerzi sul ghiacciaio del Calderone il 17 luglio del 2005 e la seconda il 27 maggio 2006, dal rifugio Franchetti, per il ghiacciaio del Calderone salendo per la via Gualerzi, la Cresta Est e scendendo poi dalla vetta occidentale per la normale per il passo del cannone.

 

Le foto della prima parte sono qui: http://robuzz1.altervista.org/16-17_7/

Le foto della seconda parte qui: http://robuzz1.altervista.org/cresta_est/

La "traversata delle tre vette" è uno spettacolare percorso alpinistico, lungo e articolato, che anche nei periodi più affollati garantisce per buona parte del tracciato solitudine e forte senso di ambiente. Offre una vista spettacolare, continua, su praticamente tutti i versanti del gruppo, che cambia continuamente.

 

La relazione, sulla Guida Cai-Tci, l'ho trovata un pò scarna, per cui riporto qui la mia relazione.

Considerando come punto di partenza e di arrivo il Rif. Franchetti.

Salita alla vetta orientale (2903) per la ferrata Ricci, dislivello m. 470
Si prende un sentiero verso sinistra che sostanzialmente in piano taglia la morena del calderone e raggiunge una grande rampa (ben visibile dal rifugio). Si sale la rampa (protetta con cavi di acciaio) fino ad affacciarsi dal filo della Cresta Nord all'Orientale. Delle corde fisse sui tratti che potrebbero essere pericolosi e poi sentierino conducono verso l'anticima.  Il sentiero a questo punto piega a destra fino ad affacciarsi sul ghiacciaio del Calderone, con splendida vista sul resto del percorso, incrociando la normale che sale da questo. In breve si arriva in cima.

Da questa si torna un pò indietro, alcune decine di metri sul versante che guarda verso la Centrale (ovest-sud-ovest), fino a trovare traccia di un canalino che permette di scendere. Si scende per una 50ina di metri di dsl fino ad arrivare ad un intaglio.

Fra la Vetta Orientale e la Vetta Centrale c'è una punta, che non sono riuscito a capire come si chiama.

La relazione della Guida Cai Tci (e tutte le altre) la ignora: dice di traversare in lieve salita lungo il versante del Calderone. Io francamente non sono riuscito a capire dove passare. Per cui ho scalato questa punta, dal versante opposto, verso la valle dell'inferno, per un canalino che sale obliquo verso sinistra (III) fino in cima (possibilità di sosta su spuntone) si scende slegati (non più difficile e/o esposto del camino che scende dall'orientale appena percorso) dall'altra parte e quindi per cresta si sale in cima alla Centrale (2893)

Si scende per 50 metri sul versante sud (valle dell'inferno) facile e segnalato da bolli rossi o scritte (normale) e si entra in un evidente canale a destra, che poi diventa un pò ripido (ma mai esposto) fino a passare sotto un grosso masso incastrato. Si esce in un evidente canale con vista verso sud sul bivacco bafile.

Si risale il canale per qualche decina di metri e si arriva alla forchetta Gualerzi. Da questa è possibile arrivare facilmente in cima al Torrione Cambi e da questo calarsi in doppia alla forchetta del Calderone.

Io ho aggirato il torrione Cambi scendendo per il primo tratto della via Gualerzi (l'evidente rampa diagonale nella foto) si scende a piedi alcuni metri e, sulla sinistra, sono abbastanza evidenti due chiodi per una doppia (volendo si può evitare la doppia scendendo per il camino sulla destra (III) di 30 metri, con cui si arriva poco sopra la grande terrazza obliqua.

Volendo uscire si continua scendendo lungo la gualerzi (II) trovando più avanti due spit per un'ulteriore doppia, la prima volta scesi per questa via (racconto)

Si traversa la grande terrazza che è ampia ma sdrucciolevole ed esposta. Bisogna fare attenzione con neve. Specie al mattino può essere ricoperta di vetrato, diventando pericolosa. La parete offre tuttavia ampie possibilità di assicurazione (friend medio grandi) e si perviene alla fine della terrazza.

Si scendono alcuni metri e quindi si risale verso la forchetta del Calderone (neve o vetrato fino a stagione avanzata)

Dalla forchetta è evidentissimo un intaglio largo 40-50 cm fra due lame di roccia alte una decina di metri. Si passa attraverso questa stretta spaccatura.

Io personalmente l'ho trovato intasato di neve. Ho risalito il primo di questi gendarmi, partendo proprio dalla forcella, salendo obliquando verso sinistra fino alla cima e saltando aldilà della spaccatura sull'altro gendarme. (clessidra e friend camalot .75)

Da questo, ci siamo calati con una breve doppia fatta sullo spuntone. (lasciata attrezzata con fettuccione e anello di calata 27.5.06)

Si prosegue per il verso verso ovest tenendosi sul versante sud del filo di cresta per un 30 metri, alla struttura della "La Madonnina" la si aggira sulla destra superandola lungo una cengia, molto esposta In tutto questo tratto le protezioni sono ottime con cordini e fettuccioni.

foto

Dalla cengia si risale (II) fino all'attacco di un diedro, evidente anche da lontano, lo si risale (III+) traversando poi su cengia fino ad un intaglio, salito nel quale si ritorna sul filo di cresta.

Segue un tratto facile, a tratti esposto. Noi abbiamo optato per una conserva lunga, protetta.

Si arriva poi, ad un intaglio, dall'altra parte una pancia apparentemente liscia. Ci sono due chiodi. Noi ci abbiamo fatto sosta e l'intaglio è abbastanza esposto. Si risale la pancia (III+) e si prosegue camminando in cresta, che a quel punto è abbastanza ampia.

Ci si abbassa sul lato sud scendendo lungo una scaglia staccata e si arriva ad un altro intaglio, comodo questa volta, con possibilità di sosta su spuntone, sovrastato da una paretina.

La si risale verso sinistra, sono alcuni metri non proteggibili ma facili (III+) si esce quindi su rampa comoda (I) e da li con alcuni passi sull'ultimo tratto che è in pratica sentiero, direttamente alla croce di vetta.

Per la discesa lungo la normale verso il Passo del Cannone, Sella dei due Corni e rifugio Franchetti.