Hatsune Miku

In giappone ha un discreto successo una cantante del tutto virtuale.

La sua immagine è un ologramma, la sua voce è sintetizzata con uno strumento yamaha, il vocaloid.

(in questo video su repubblica l’audio è migliore, ma non posso incorporarlo).

A parte le considerazioni sulla meraviglia tecnologica… mi viene da pensare a varie applicazioni di queste immagini olografiche, fino a poco tempo fa appartenenti a scenari di fantascienza… quello che mi perplime sono i fans.

Cioè tutti quelli che pagano per vederla dal vivo, applaudono, ballano, interagiscono.

Non capisco se sia una forma di snobismo, quella di interagire con un ologramma come se fosse un essere umano. O se in fondo, Hatsune Miku, non sia meno vera di un qualunque personaggio dello spettacolo, ormai completamente virtualizzati.

Il confine fra realtà e irrealtà dove si pone?

Esiste?

3 Risposte a “Hatsune Miku”

  1. Ognuno ha i suoi confini mentali, personalmente non andrei mai ad un live virtuale nemmeno gratis (al tempo dubitavo anche dei live dei Gorillaz).
    Chi lavora a questi spettacoli guadagna ed è contento, i fans che assistono si divertono e sono contenti… beh, non fanno del male a nessuno… contenti loro!

  2. Un tempo si denigravano i musicisti che cantavano e suonavano in playback. Oggi evidentemente certi temi sono superati. La domanda che poni per me è davvero senza risposta.
    Quello che rimane alla fine è il nostro giudizio sulla qualità di ciò che ascoltiamo.

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