Il traffico e i terremoti

Questa mattina venendo al lavoro ho trovato meno traffico del solito.

E’ strano. Di mercoledì può capitare di trovarne di più, imperscrutabilmente. Arrivi al solito incrocio e invece di passarlo in dieci minuti ce ne metti venti.

Il traffico si muove come l’acqua: naturalmente tende a scorrere negli alvei naturali (le varie strade che portano verso la città, al mattino; fuori, la sera) se uno di questi si tappa, vuoi per incidente, vuoi per lavori in corso… il flusso si redistribuisce sulle strade vicine. Se l’intoppo è permamente (settimane o mesi) la redistribuzione si allarga anche alle strade vicine alle vicine.

Per cui, se non è una giornata che forse qualcuno potrebbe aver pensato di far ponte… (la gente ha una concezione dei ponti molto elastica: basta una infrasettimanale il giovedi che ci sarà anche chi fa ponte lun.mart. merc.!) e se non c’è sciopero/vacanza nelle scuole tale che i figli restino a casa… il traffico può solo aumentare. Non diminuire.

Può aumentare perché piove. Perchè c’è sciopero dei mezzi pubblici. E’ maggiore il lunedi mattina in entrata e il venerdi sera in uscita.  Questo in generale… poi va beh… in particolare possono esserci delle cause locali, ma non è il caso del mio percorso casa-lavoro.

Quando sono arrivato in ufficio ho dato un’occhiata a Octo Telematics il sito che monitorizza il traffico sul raccordo anulare e ho visto che senza dubbio c’era meno traffico del solito: non mi ero sbagliato.

L’unica ragione possibile è la paura del terremoto che deve aver fatto scappare da Roma un bel po’ di gente.

Sembra incredibile ma deve essere così. D’altro canto, su una popolazione circolante di svariati milioni di persone (a proposito: sono decenni che la popolazione di Roma è fissa intorno a 2,6 milioni di abitanti e nel frattempo la città è raddoppiata come estensione. Per non parlare del traffico. Mi chiedo dove sia la magagna) potranno pur esserci una percentuale di un venti per cento di pirla.  Probabilmente saranno quelli che credono a Berlusconi.

Ecco, basta che questi si siano rintanati fuori città, in prudente attesa del catastrofico terremoto predetto da un tale Bendandi non so quanti decenni addietro, che il traffico di Roma respira. E’ una benedizione.

Io mi dicevo, qualche settimana fa, che il traffico è una delle cose più democratiche che ci siano rimaste in questo paese. Ad esclusione della pletora di auto con lampeggiante blu, e a Roma ne abbiamo veramente tante, che passano tranquillamente sulle corsie di emergenza e quelle preferenziali, per il resto il traffico non guarda in faccia nessuno.

Puoi avere il SUV da centomila euro o il pandino scassato, ma sempre in fila devi stare. Puoi venire dal quartiere residenziale immerso nel verde o da torbella, ma lo stesso incrocio ti bloccherà per una mezzora.  Puoi lavorare con il furgone o andare al mare, ma sempre in fila sul raccordo ti troverai.   A meno che tu non sia veramente di un altro livello e possa permetterti l’elicottero, il traffico livella i cittadini come nessuna politica egualitaria riuscirà mai a fare.

Ora deve esserci una qualche relazione fra credulità e democrazia, se una buona percentuale di babbei se ne va da roma e il traffico diminuisce, e il traffico diventa più vivibile. Pensate se quel venti per cento di coglioni che crede a Berlusconi scomparisse da questo paese, come la nostra democrazia diventerebbe più vivibile.

3 Risposte a “Il traffico e i terremoti”

  1. se poi, invece del venti per cento, fosse il trenta, andrebbe decisamente meglio…

    comunque stamattina la metro A era decisamente più vuota, nell’ora in cui la prendo io, per cui anche qui ci sarà stato l’effetto terremoto.

  2. va beh. lo scooter a roma – non sempre – ti salverà dal traffico… ma aumenta considerevolmente la tua possibilità di finire in mano alla sanità pubblica nei centri traumatologici.

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