No a questa Europa.

La Grecia è allo stremo. Secondo un recente rapporto di Standard & Poor’s la crisi economica in cui si dibatte il Paese è «per durata e vastità», addirittura più grave di quella che nella Germania dei primi anni trenta portò Hitler al potere. E’ una crisi, lo sappiamo, di cui la classe dinigente greca porta una grossissima responsabilità: per la corruzione, gli sperperi, l’evasione fiscale, l’inefficienza dello Stato, il clientelismo, che essa ha favorito e di cui ha goduto. Anche se è una responsabilità che coinvolge una parte significativa di tutta la popolazione, che da una tale condizione ha tratto essa pure, per anni, i suoi vantaggi. Ma oggi questa popolazione sta precipitando in uno stato di disagio, spesso di vera e propria miseria, che sembra riportarci drammaticamente indietro nel tempo. Il 50 per cento dei cittadimì greci vive sulla soglia della povertà o al di sotto di essa. Si calcola che 9 greci su 10 abbiano ormai cancellato le spese per il vestiario e le calzature. Questo inverno. a causa del prezzo proibitivo del combustibile, moltissimi impianti di riscaldamento sono rimasti spenti, sostituiti da stufe e caminetti più o meno improvvisati che bruciano legna (con relativo aumento dell’inquinamento dell’aria nelle grandi città). Anche l’acquisto del latte per i bambini è diventato spesso un problema, e non è un caso che secondo le statistiche internazionali la Grecia abbia oggi il più altro numero di bambini sottopeso di tutti i Paesi dellOcse. Le condizioni alimentari generali sono cosi a rischio che il governo ha autorizzato i supermercati a vendere a un terzo circa del loro prezzo i prodotti scaduti (naturalmente entro un termine non troppo spostato in avanti). Sicché non meraviglia che, già un anno fa la notissima pubblicazione medica inglese Lancet abbia lanciato l’allarme circa il fatto che i greci stanno «perdendo la vita» a causa dei tagli al sistema sanitario: infatti i 5 euro del ticket oggi necessari per il ricovero sono per molti una spesa proibitiva, e tra l’altro in Grecia. dopo un anno di disoccupazione si perde il diritto di accedere al servizio sanitario nazionale.

Tutto ciò non accade in una remota contrada dell’Africa o dell’Asia. Accade nella nostra cara Unione europea. E allora è impossibile non porsi una domanda: ma che razza di unione e quella i cui membri, in gran parte, assistono nella più totale indifferenza alla sorte sciagurata che sta toccando ad un’altra e sia pur minore parte? Capisco il fiscal compact, infatti, la troika, e tutto il resto. Capisco gli strettissimi vincoli che Bruxelles ha imposto al bilancio greco per tenerlo in carreggiata, ma è possibile che l’Europa cristiana e socialdemocratica – compassionevole e solidale come si conviene a chi si dice tale – che l’Europa cristiana e socialdemocratica i cui rosei e ben curatí volti, le cui eleganti flanelle e ì cui inappuntabili gessati ci allietano ogni sera alla TV in presa diretta da qualche Commissione o da qualche Eurogruppo, non abbia da dire (e fare) nulla?

Chessò: lanciare una campagna di raccolta fondi tra i cittadini dell’Unione, un invito alle organizzazioni umanitarie, alle Croci Rosse del continente perché mandino aiuti ad Atene, decidere una decurtazione del dieci per cento degli stipendi degli alti euroburocrati della durata di tre mesi per acquistare un po’ di latte, insomma qualcosa? Possibile che centinaia di milioni di europei gonfi di cibo assistano imperturbabili allo spettacolo di pochi milioni di greci sull’orlo della fame? Lo ripeto: che razza di Unione europea e mai questa? Ed è ammissibile che a porre un tale interrogativo debba essere un giornale, solo un giornale?

dal Corriere della Sera – Ernesto Galli della Loggia – originale

Già, che razza di Europa è questa?  A chi lo chiede Ernesto Galli della Loggia? non a Bersani certamente, futuro Presidente del Consiglio, perché è troppo impegnato a Berlino a rassicurare il superministro tedesco dell’economia Schauble:

“Rassicurazioni? Certo ho fatto poca fatica a ribadire che siamo una grande forza europeista, che si è espressa con Ciampi , Prodi e Padoa-Schioppa”, ha detto in una conferenza stampa in cui i giornalisti tedeschi gli hanno fatto il pelo e il contropelo. “Non ho avuto nessuna particolare difficoltà o necessità di argomentazioni per descrivere l’europeismo e la saldezza del Pd nel rispetto degli impegni europei”.

E non a Monti, per carità. La sua ricetta la conosciamo bene. Della soluzione greca è un fautore e un solerte ripetitore. E non lo chieda a Berlusconi e/o Maroni, che la ricetta di Bolzaneto o della Val di Susa, la polizia greca sembra conoscerla molto bene di suo.
Non so a chi lo chiede, fra i lettori del Corriere. Spero che qualcuno capisca che più di organizzare raccolte di fondi, una cosa sola c’è da fare per aiutare la Grecia e gli altri paesi avviati a seguirne le tracce.

Non votare per i partiti europeisti!