qual’è la manifestazione più concreta del grande successo dell’Euro? La Grecia

“Oggi secondo me stiamo assistendo – non è un paradosso – al grande successo dell’Euro. E qual’è la manifestazione più concreta del grande successo dell’Euro?  La Grecia “

– ATENE – Scene da una crisi economica. Sono quelle alle quali ogni giorno di piu’ accade di assistere nelle strade e nei quartieri delle grandi città della Grecia per effetto della grave crisi economica che da tre anni attanaglia il Paese. Scene che, come ricordano i più anziani, riportano alla mente i tragici anni dell’ultima guerra e dell’occupazione nazista. Come quello che si e’ visto ieri davanti al ministero dell’Agricoltura, nel centro di Atene, quando un gruppo di agricoltori ha cominciato a distribuire gratis frutta e verdura a disoccupati e a persone con famiglie numerose.

In poco più di due ore sono state distribuite oltre 50 tonnellate di prodotti. C’era tanta gente nervosa, in fila paziente, con le facce tirate e le mani alzate in aria per riuscire ad accaparrarsi un po’ di frutta e verdura. Nel mezzo della grande confusione c’e’ scappato anche un ferito, un giovane, per fortuna senza gravi conseguenze.

“Guardate – indica un uomo anziano a una troupe Tv – come tirano dai camion le buste con la frutta e la verdura alla gente, come se stessimo in guerra”.

La signora Panayiota, citata dal Newsite.gr, ha in mano due cime di broccoli e una busta di verdura e dice di non avere i soldi per comprare nemmeno i generi di prima necessita’. “Ho una pensione di 600 euro con cui dobbiamo vivere io e i miei tre figli disoccupati” sospira la donna. Vassilis, elettricista, dice a Newsite: “Sono disoccupato da tre anni. Ho fatto di tutto senza riuscire a trovare un lavoro. Con una busta di pomodori e una cima di broccolo io e mia moglie andremo avanti per una settimana”. Vassilis fa parte dell’enorme schiera di quelle persone sino a poco tempo fa considerate “normali” e che sono rimaste vittime di una crisi economica che ha distrutto migliaia di famiglie. Si tratta di gente che fino a ieri aveva un lavoro e una vita anche agiata, con una casa e un’auto. Oggi questa gente ha perso tutto e va in giro per la capitale in cerca di qualcosa da mangiare. Sono uomini e donne con un nome e una dignità, ma ormai sono i cosiddetti “neoptochi” cioe’ i “nuovi poveri”. In Grecia, però, sta nascendo anche una nuova “classe sociale”, un’altra categoria di poveri, quella dei “kryfoptochi”, coloro cioè che non hanno nulla, nemmeno da mangiare però si vergognano e si nascondono persino dagli amici. Non vanno nei posti dove si recano gli altri “nuovi poveri” ed escono di notte, di nascosto, muniti di un gancio di ferro, spesso il manico del rullo che si usa per pitturare i muri, e con quello scavano nei cassonetti alla ricerca di qualcosa da mangiare o da vendere.

Abbiamo incontrato uno di loro mentre rovistava in un cassonetto davanti ad una pasticceria dove, soprattutto la domenica mattina, passa molta gente che va ad acquistare dolci.

Vanghelis, cosi’ si chiama, pero’ non cerca roba da mangiare.

“Io – ci ha detto Vaghelis – non mangio la roba dei cassonetti, quella la mangiano gli immigrati. Io cerco qualcosa da vendere come rottami di metallo oppure bottiglie, oggetti insomma che si vendono facilmente anche se non si guadagna molto”.

Giorgos Apostolopoulos, ex presidente dell’Ente comunale di Atene per l’assistenza ai senzatetto, racconta al quotidiano Kathimerini che “fra coloro che cercano l’aiuto del Comune vi sono anche molti artisti famosi, mentre persino donne che abitano in quartieri ricchi, come Kifissià e Kolonaki, vengono qui di nascosto a prendere generi alimentari. E alcune di loro poi raccontano agli amici che prendono gli alimenti per darli ai poveri”. Per venire incontro a queste persone, ad Atene si sta creando lentamente un altro tipo di “solidarietà silenziosa”, come l’ha definita Kathimerini: chi se lo puo’ permettere appende buste piene di viveri all’esterno dei cassonetti che saranno raccolte da coloro che ne hanno bisogno. (ANSAmed) (di Demetrio Manolitsakis)

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ATENE, 7 FEB – Oltre il 90% delle famiglie greche sostiene che i loro redditi siano sensibilmente diminuiti dall’inizio della crisi economica che ha colpito il Paese, e il calo medio e’ stato del 38%, come riferisce Bloomberg citando i risultati di uno studio condotto dalla societa’ Marc SA per conto dell’Istituto per le piccole imprese della Confederazione ellenica dei professionisti, artigiani e commercianti.

Piu’ dell’82% dei 1.207 intervistati tra il 10 e il 19 dicembre scorso ha detto che i loro redditi complessivi ammontano a 25.000 euro o meno da quando le misure di austerita’ imposte dal governo hanno prodotto tagli a stipendi e pensioni e maggiore disoccupazione. Il 66% degli intervistati ha affermato che il loro reddito complessivo non supera i 18.000 euro e solo il 2,5% ha detto di guadagnare piu’ di 40.000 euro.

I redditi sono diminuiti in Grecia da quando nel maggio 2010 il governo di Atene ha dovuto adottare misure di austerita’, tra cui tagli ai salari e alle pensioni in cambio del salvataggio finanziario da parte dell’Unione europea, del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea.

Lo scorso novembre il Parlamento ha approvato ulteriori aumenti di imposte e tagli alla spesa richiesti dai creditori internazionali per erogare i fondi necessari a mantenere il Paese solvente. Del 40% degli intervistati che hanno detto di non poter rispettare i propri impegni finanziari entro le scadenze, il 61% ammette che si tratta di pagamenti di tasse.

Il prodotto interno lordo si e’ ridotto di un quinto da quando la Grecia e’ entrata in recessione nel 2008, mentre piu’ di un quarto della forza lavoro e’ disoccupata. Le vendite al dettaglio sono scese 16,6% a novembre scorso rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le spese per abbigliamento, pasti nei ristoranti e regali sono quelle che la maggior parte delle famiglie hanno dichiarato di aver tagliato ”in modo significativo”, seguite dal riscaldamento delle case, i viaggi e il tempo libero. Anche le spese per istruzione e salute sono diminuite, ma in misura minore. (ANSAmed).

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http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=39710&typeb=0&Atene-paura-del-terrorismo-da-fame

Ad Atene due giorni fa in ministro delle Finanze ha ricevuto una busta che conteneva una pallottola, l'”ultimo avviso” di un gruppo che si firma “Rivoluzione cretese”. Il messaggio diceva che o il governo la smette con la linea del rigore inconsulto e restituisce la casa a tutti coloro che l’hanno perduta perché non erano più in grado di pagare l’affitto, o si scatenerà un’ondata di terrorismo. Gli esperti prendono la minaccia molto sul serio anche perché appare evidente il tentativo di saldare la lotta armata ai bisogni popolari. Nell’Ellade la criminalità politica tenta di ammantarsi dei panni di Robin Hood. Secondo il “Balkan Magazin” i rischi di una svolta violenta non erano mai stati così incombenti: la popolazione continua a impoverirsi, qualche giorno fa Atene ha vissuto un incredibile assalto a un mercato con centinaia di poveretti che si contendevano a botte frutta e verdura portata via a forza dai banchi dei venditori.

Quando la polizia è intervenuta arrestando qualche decina di disperati, gli avvocati del partito di estrema sinistra “Siriza” si sono messi subito a loro disposizione dichiarando “una profonda tristezza verso persone che sono state ridotte a questo punto e sdegno profondo verso chi ha spinto un popolo orgoglioso a patire il freddo e la fame”. L’ ennesimo colpa alle esauste finanze dei greci è arrivato con in taglio delle pensioni, il cui già misero ammontare è stato ridotto su pressioni del Fondo monetario internazionale. Dinanzi al ministero dell’Agricoltura i contadini avevano organizzato una distribuzione gratuita dei loro prodotti per protestare contro l’assenza di aiuti governativi. Per un po’ la fila degli ateniesi ha continuato a procedere ordinata poi tutto e’ finito in gigantesca rissa. A Larissa, nella regione centrale del Paese, altri coltivatori hanno piazzato i loro trattori lungo le strade bloccando ogni comunicazione.

Anche molte isole dell’arcipelago non hanno più contatto con la terraferma: la Federazione panellenica dei naviganti ha proclamato uno sciopero a scacchiera che blocca la maggior parte dei traghetti per ottenere un contratto collettivo, assistenza medica e garanzie sui licenziamenti, con il risultato che in molte isole adesso i rifornimenti scarseggiano. Ad ogni giorno che passa insomma la protesta si trasforma sempre più in scontro sociale ed in una situazione simile si allargano gli spazi per gruppi armati che trovano sempre maggiore ascolto in una gioventù che non trova lavoro, non ha adeguata istruzione e non vede prospettive. Alle manifestazioni che la polizia tiene a freno con manganellate e gas lacrimogeni, ormai quasi ogni notte si aggiungono le bombe fatte esplodere per tutta Atene contro banche, uffici pubblici e simboli del rigore di un’Europa matrigna.

La Grecia è storicamente territorio privilegiato di gruppi di estrema sinistra e oggi anche di estrema destra, inoltre è il Paese europeo in cui il movimento anarchico è più forte e dunque la situazione è tale che ormai in ogni momento si teme l’esplodere della violenza. Sul piano politico il solo movimento che sembra aver preso vigore dal disordine sociale è il raggruppamento di sinistra “Siriza” che un sondaggio dell’altro ieri colloca al 20,8 per cento dell’apprezzamento popolare, appena pochi centesimi di punto da “Nuova democrazia”, il partito dei moderati che con il suo 21,1 costituisce la formazione più importante della Grecia. I socialisti del “Pasok”, che collaborano alla coalizione governativa sono precipitati intorno al 10 per cento. Tutto lascia credere che dopo due anni di devastazione economica in Grecia si stia aprendo la strada a pericolosi colpi di testa.