stanotte

 
Questa notte mi sono svegliato alle 2 e c’era questo vento forte. Fischiava passando fra le inferriate del giardino. La tenda sbatteva.
Mi ha ricordato qualche notte passata in bivacco, dove il timore che una raffica eccezionale ti portasse via dentro la fragile baracca di metallo ancorata con cavi alla roccia. Via a sfracellarti con essa, qualche centinaio di metri più sotto.
Mi ha ricordato qualche notte passata in macchina, ché la tenda non si poteva montare con quel vento, e in cui non riuscivo a dormire perché la macchina si muoveva troppo.
Mi ha ricordato una notte in barca. Quando ho capito che la montagna ce l’avevo nel dna e il mare, per quanto potesse darmi le stesse sensazioni, no… mi era estraneo e lo temevo in modo irrazionale. L’angoscia di ogni onda che ogni tredici arrivava il doppio delle altre e da un angolo diverso. Conta le onde, 1, 2, 3… sposta le prua, eccola… torna a contare… con la barca piegata e i muscoli delle gambe doloranti.
Mi ha ricordato quanto può far male sulla faccia la neve gelata sparata dal vento e quando ti volti la raffica ti svuota i polmoni e rende difficile prendere aria per respirare. Quando tocchi il tuo compagno con un braccio e non ti senti per quanto tu possa urlare e devi comunicare a gesti. 
 
Sono in una casa solida, sotto un piumone. Si sente solo il rumore del vento. Ed è anche piacevole sentire il rumore rabbioso delle sue folate.
Ma è qualcosa che ho dentro, il rispetto per il vento.
 
Ho imparato a temerlo, quando mi sono sentito alzare da terra e depositare più in là.
Eppure non posso fare a meno di amarlo. Perché esiste è puro è indifferente.
 
Era bello quando gli uomini potevano pensare al vento, al sole, alla pioggia, al mare come dei.
Mi piacerebbe, saper pregare il vento. E saper ascoltare il suo linguaggio, fatto di parole strappate chissà dove, trascinate in alto con terra odori foglie.
E la pioggia. La neve.
 
Un dio che si può toccare e da cui si può essere carezzati e sferzati. Un dio capriccioso, indifferente, benevolo e crudele.
Lo cerco, in montagna. E lo trovo, perché lì c’è ancora.
 
Stanotte è sceso in città. L’ho sentito.

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Sul Gran Sasso, qualche anno fa, con raffiche a 140 kmh

10 Risposte a “stanotte”

  1. …ora è qui con me…mi ha portato i tuoi saluti. Volevo offrirgli qualcosa, ma…sai com’è Eolo…sempre di corsa! Bacio Rob!

  2. ..hai ragione,credo che il buon senso ed una giusta misura sia l’unica risposta ad un quesito che voleva solo essere
    spunto di riflessione!!..qui fa tormenta di neve leggera ..sembra un sogno…

  3. che bella dichiarazione d’amore al vento!….il vento parla……accarezza……e giunge a volte inaspettato…e stravolge la nostra vita….conoscevo una persona che abbracciava il vento……..era bellissimo vederla allargare le braccia e respirare……in qualunque posto fosse, si fermava e se il vento era forte ci parlava……e il vento giocava…….e rideva e sospirava……e a volte anche una lacrima scendeva……a dissetare il suo dolore…..era bello …….sai?oggi anche qui da me c’è vento…….gli ombrelli si rivoltano….la gente si avvolge nelle loro sciarpe……..e impreca contro il vento…ma non sanno che il vento ha un animo bambino……altrimenti correrebbero con lui…….grazie mille…anche a me hai fatto ricordare il vento…..quello del mare ..il mio mare………….buon fine settimana……sei un arrampicatore..lo so……….                                                             e allora vola…….sulle vette della vita……insieme a lui…………..                            con simpatia       ventodeldeserto.

  4. Qui nevica….e tanto….lo sai…vero?….
    Buon pomeriggio….Roberto…
    io ho sciato in una tormenta di neve….ho avuto paura…ma era adrenalina pura….a distanza di anni ricordo ancora tutto …non so ancora come ho fatto a ritrovarmi in Svizzera e venti minuti prima ero ancora in Valle D’Aosta…
    Leggerti è sempre piacevole….cosa vuoi che ti dica, entro qui e sto bene…è come stare nel mio letto o sul mio divano, leggere e sorridere…
     

    Mi piace essere accarezzata dal vento, lo sento come mani 
     invisibili, leggere, penetranti.
     
    La mia pelle si carica di elettricità,
    se chiudo gli occhi  "Volo"
    … in un sogno che vorrei finisse … Mai …
    Un abbraccio
    Paola
     

  5. …ah robbbè, un altro testo del genere e mi innamoro…attento!Che poi chissà..   ..se ti fai crescere un po i capelli..se potrebbe pure fà!  =)Splendido come al solitito…una bel "solito", la certezza di trovare parole avvolgenti.Complimenti.

  6. Tantissimi anni fa c’era un signore chiamato Pino Daniele che scriveva belle canzoni. Una si chiamava "Viento":
    Viento scioscia stanotte trase pe’ sotta e fatte sentì’ viento viento viento nce resta pe’nce ‘ncazzà’ Viento trase dint’e piazze rump’e fenestre e nun te fermà’ Viento viento puorteme ‘e voci ‘ chi vo’ alluccà’.

  7. il vento mi rende inquieta… percepisco il maestrale appena inizia a formarsi al di là delle pareti di casa

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