Che fine ha fatto Fukushima?

Dopo un paio di mesi dall’11 marzo, passate alcune settimane di allarme e attenzione internazionale, la situazione della centrale nucleare di Fukushima è lentamente ma inesorabilmente scomparsa dalle cronache.

La logica è innanzitutto quella che i media preferiscono notizie fresche, meglio se eclatanti, sia pure di rilevanza locale, se a grossa partecipazione emotiva.

La logica è anche quella che le lobby nucleariste non hanno molto piacere che se ne parli…. insomma, nell’insorgenza della notizia … sia pure, ma reiterare l’argomento in mancanza di rilevanti cambiamenti di status, potrebbe apparire come un accanimento, e potrebbe non piacere a quelli che in fondo finanziano politici, sono investitori pubblicitari, hanno amici importanti… ecc ecc.

Comunque:

innanzitutto, i cambiamenti di status importanti ci sono stati eccome.

Uno dei fantasmi agitati dai media in caso di incidenti in centrali nucleari è la fusione del nocciolo. Beh a Fukushima ben 3 reattori sono in fusione. Ovvero si sono trasformati in lava incandescente.

La notizia ufficiale è del 16 maggio

E’ di oggi invece la notizia che il governo giapponese ha deciso di evacuare gli abitanti delle città che sono fuori dalla zona di isolamento ufficiale e che adesso è, di fatto, allargata. I bambini e le donne incinte saranno le prime ad essere allontanate, seguite dalle altre migliaia di abitanti.
La decisione è arrivata dopo i rilevamenti dell’ultima settimana e riguarderà 8000 persone circa che vivono nei villaggi di Iitate e Kawamata, proprio all’esterno di quello che era considerato il raggio d’azione delle perdite dell’impianto di Fukushima. Non si sa perché il Giappone abbia deciso di evacuare quelle persone, ma di certo questa scelta dimostra che l’emergenza è tutt’altro che conclusa.

Anche se non ne parla più nessuno.

3 Risposte a “Che fine ha fatto Fukushima?”

  1. A parte gli addetti ai lavori, nessuno che sottolinei che in Italia nel 2010 abbiamo impiantato pannelli fotovoltaici che producono l’equivalente di energia di una possibile (si fa per dire) futura centrale nucleare… in UN (1) anno, mica 20 o 25 o chissà quanti…

    Nessuno che si lamenti della postilla sul CIP6 che di fatto regala soldi a chi produce elettricità con gli scarti del petrolio (per lo meno parte di quella famiglia adesso sta rosicando…), togliendo risorse a chi ne avrebbe più necessità.

    Silenzio su tutto (non uso più assordante che mi sa di abusato…)

  2. In realtà non ci si capisce nulla. Nel senso che per chi non è uno specialista del settore è difficile orientarsi, bisogna sempre fidarsi di qualcuno escludendo la manipolazione. Ma come si fa? Impossibile.

    Ci sono due elementi su cui logicamente si può avere attualmente una solida sicurezza.
    Il primo è che il petrolio è una materia prima che tende a finire, prima o poi. Si, faremo come pinocchio, dopo le pere mangeremo anche la buccia e i torsoli… ma prima o poi finirà tutto.
    Il secondo è che non siamo in grado di neutralizzare i problemi derivanti dall’energia nucleare, sia come derivati naturali (scorie) sia come potenziali incidenti.

    Per cui suppongo che l’unica strada percorribile sensata sia investire il più possibile in energie di altro tipo. Anche lì ci saranno lobbies e ogni sorta di bugie per tirare l’acqua ognuno verso il suo mulino, ma perlomeno i danni che possono provocare non sono irreversibili.

    1. Nella mia ignoranza credo che tante microcelle produttive siano strategicamente migliori di pochi mega-impianti. Certo non sono semplici da gestire, ma un qualcosa di mastodontico lo è ancora meno.

      Credo che uno dei problemi fondamentali sia il poco senso civico del nostro “Paese”. Seguito dalla, comune in tutto il mondo, possibilità di rubar meglio nei grossi affari.

      Mi sto interessando alle case passive, quelle abitazioni che hanno consumi uguali o minori di 15 kWh/m²a, leggo di abitazioni degli anni 70 portate a consumare il 93% in meno di risorse… Novantatrepercento, è un’enormità!!!! Ad incentivi zero si arriva al pareggio in 18 anni, con anche in 2 (DUE)

      Boh, per me è chiarissimo dove occorrerebbe investire, ma ovviamente non sono nel giro di “quelli che contano”.

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