drogati

Quando nei fine settimana, o quando posso, vado in montagna, tutto è finalizzato allo scalare. Dove dormo non ha importanza: se per la via che voglio andare a fare il miglior compromesso fra comodità, peso del materiale, tempi di avvicinamento è dormire in un buco in un albero… beh dormo in un buco di un albero. Ma anche sotto i piloni di una seggiovia, in una casa diroccata, in macchina, in tenda (che lusso), per terra dove capita. E gli altri sono come me.
Torniamo distrutti, sudati, sporchi, i capelli appiccicati sotto il casco, disidratati e affamati, magari pure un po’ infreddoliti… ci buttiamo a mangiare per terra, sdraiati sull’asfalto ancora caldo ad assorbire le ultime briciole di calore. Arriviamo bagnati fino alle ossa dal temporale e ci spogliamo in mutande in mezzo alla strada.
Sono sicuro che se qualcuno ci chiedesse "ma che fate?" a parte l’ovvia risposta immediata "fatti i c… tuoi…" la seconda sarebbe "siamo alpinisti"…
E la cosa strana è che quasi certamente l’interlocutore troverebbe la risposta soddisfacente. Infatti nessuno fa la domanda, in posti frequentati da alpinisti.
Sono abituati a noi che dormiamo dove capita. Che facciamo pure un po’ schifo a vederci. Bruciati dal sole sui polpacci e il collo, bianchi altrove; sudati, o con l’alone bianco del sudore sulle magliette e i pantaloni, le mani bianche di magnesite, segnate di graffi, gonfie, sporche.

Gli alpinisti sono gente strana. Pensano solo a scalare. Non hanno orari normali, stanno sempre fra loro, si conoscono tutti e parlano sempre di vie, mimano passaggi, discutono sui gradi. Le donne non sono diverse. Dormono dove capita, si lavano alle fontanelle, fanno pipì dove possono (meno dei colleghi maschi ovviamente).
Tutti con le macchine stracolme di cose, tutti sempre a trafficare con strani oggetti, corde, cordini…a consultare guide e relazioni di vie come fossero breviari di preghiera.
 
Una tribù di gente che nella vita avrebbe poco in comune. Ma la passione – la mania – per la roccia li accomuna e lega persone da un capo all’altro di zone geografiche lontane, di zone culturali ancora di più, di storie di vita e di età distanti.
 
Che ci importa di dormire per terra, di prendere il temporale, di svegliarci alle 5, di camminare ore… vogliamo solo arrivare lì, ai piedi di quella parete, capire quella linea dove passa, percorrerla, cercarla, riuscire a salirla. Tornare indietro con l’emozione sulla pelle di quella roccia rugosa, dei colori, dei suoni, degli odori.
Con la sensazione di guardare avanti a te, sopra di te, la roccia che strapiomba, e cercare di alzarsi sui piedi, su piccoli appoggi, mettere il corpo nella posizione giusta, cercare con le mani, sentire la presa, cambiare posizione, trovare il modo di combinare mani e piedi nella sequenza giusta per farti salire, mezzo metro, un metro, e di nuovo, pensare… adattare il corpo alla roccia, e la mente che lavora in funzione del corpo e della roccia e niente altro. Niente altro conta.
 
Tutto per questi istanti.
Come eroinomani che vivono per il buco.


La vetta centrale del Corno Grande dal ghiacciaio del Calderone

11 Risposte a “drogati”

  1. Ah,guarda,ti capisco! Noi divanisti siamo dello stesso estremismo, ma all’estremità opposta. Mai sudati (perché muniti di ventilatori o condizionatori efficientissimi),mai affamati (perché contornati da stuzzichini), mai sporchi (tranne che per la polvere ambientale che si deposita su di noi, oggetti inerti fusi con l’arredo), esploratori intrepidi dell’etere televisivo! Eh, sì, tra pionieri si solidarizza!:D

  2. è da quando sono tornato a casa che mi sto cimentando in una difficile sessione di divanismo.
    certo non sono un professionista ma mi difendo anche in quel campo.
    ora però vado a dire due paroline al letto, che mentre non c’ero mi hanno detto che ha fatto il porco comodo suo.
     
    notte 🙂

  3. Ahahaha! Anche del lettismo potrei dire d’essere una virtuosa, se non rischiasse di sembrare una proposta o una dichiarazione sconveniente! 😀 Buonanotte, immagino (molto alla lontana) la tua stanchezza. 🙂

  4.  ROB BENTORNATO!!!!SEI APPENA SCESO DAL GRANSASSO E GIA TI MANCA
    LA GIORNATA TRASCORSA ? LEGGO NELLE TUE PAROLE L’ENTUSIASMO CHE
    HA UN BAMBINO QUANDO Sà CHE A BREVE ARRIVERANNO LE GIOSTRE E NON VEDE
    L’ORA DI SALTARCI SU PER FARE UN BEL GIRO….tutto questo è molto bello perchè la passione ci rende
    viviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!
    ciao Scimmia m.

  5. non sono mai arrivata a questi livelli, ma l’andar per monti ti prende proprio tanto, è vero!
    e la vista da lassù è la moneta che ti ripaga di ogni sforzo fatto, di ogni stilla di sudore che ha gocciolato sulla tua pelle. montagne a perdita d’occhio e il vento come colonna sonora. si può desiderare altro?
    c’è stato un incidente tra alpinisti proprio lì al gran sasso, vero?
    che montagna strana il gs, mi fa venire in mente mussolini. vista una sola volta. quelle a cui sono affezionata sono le dolomiti…

  6. Si un incidente a degli escursionisti. Erano in un canalone durante un violento temporale…

    Io in dolomiti (bellunesi) ci sono cresciuto, poi le ho girate in lungo e in largo per anni. Il Gran Sasso è una montagna che spostata
    in quella zona farebbe comunque paesaggisticamente la sua figura  e
    come roccia continuerebbe ad avere pochi uguali in europa. Quello che
    manca è il colpo d’occhio attorno: quando sei in dolomiti a 360° la
    vista spazia su altre montagne bellissime. Mi viene in mente: dalla
    Civetta, il Pelmo o l’Agner;  dal Lagazuoi, le Tofane; dai Cadini le
    tre cime.. e ovunque ti volti guglie, pinnacoli.
    Il Gran Sasso invece, nonostante il massiccio si estenda per una
    lunghezza di 50 chilometri e attorno abbia parecchi cime che superano i
    2500 metri (il Prena, il Camicia, l’Intermesoli, il Corvo…) è un
    gigante solitario. Molto lontana la Maiella, più vicina la linea
    dell’adriatico.
    Il Gran Sasso è signore assoluto per un raggio di oltre 600 km attorno.

  7. Capisco e non comprendo. Capisco l’essere maniacale, la voglia di ‘vedere’ e sentire con tutti i sensi… non comprendo questo entusiasmo per … la roccia….
    Non sono una divanista, e nemmeno una lettista… direi che sono una camminatrice curiosa da passo giusto, senza affaticamenti, e soprattutto una nuotatrice, capace di raggiungere palloni da sub oltre le baie… senza nemmeno le pinne…
     
    Secondo me, è che io – per principio – rifuggo la fatica e tutto ciò che ha a che fare con la ‘ginnastica’.
     
    Però.. tenda, dormire dove capita, essere sporca e polverosa l’ho fatto e lo rifarei subito… come quando in moto in fuoristrada facevo la via del sale :-))

  8. il mio non è amore per la fatica anche se la fatica, lo stringere i denti, fa parte dello sport…nella fattispecie però la passione per l’arrampicata è qualche altra cosa che la fatica.Infatti si cerca di essere allenati per faticare meno, o  per non faticare per niente.Quando arrampichi il tuo corpo deve adattarsi alla roccia. E’ la roccia che determina i movimenti che compirai.Sulla roccia è scritto un linguaggio che devi riconoscere, interpretare, comprendere e a cui il tuo corpo insieme alla tua mente, risponde. Col tempo arrampicando acquisisci un patrimonio motorio: è il linguaggio della roccia. La roccia non è un terreno neutro su cui si svolge un’attività umana: è parte dell’attività. Sempre diversa, in milioni di combinazioni possibili. E’ un rebus da intuire a volte, una sciarada di cui trovare il significato, un gioco che in ogni istante devi valutare la posta.Se ritirarti o rilanciare.E’ un’attività che ti coinvolge a livelli diversi di consapevolezza, in modo spesso totalizzante. E tutto ciò che è totalizzante è difficile da dimenticare. Si insegue quell’attimo perfetto.

  9. E si! sei proprio drogato!!! ma ti rende felice e ti entusiasma tutte le volte … quindi fai bene a continuare …. poche persone hanno delle passioni così originali e personali….

  10. Quando vivevo giù, il pomeriggio lo trascorrevo a correre lungo i sentieri delle mie colline…detesto la vita di paese, ma la sensazione di libertà e leggerezza di quei luoghi solitari, mi manca infinitamente. Sudati e felici.

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