Le sottili linee rosse

Le linee rosse superate iniziano a essere diverse. L’ultima quella di colpire un presunto fornitore di armi alla Russia.
L’attacco con i droni allo stabilimento iraniano che produce droni che sarebbero stati forniti ai russi è una di quelle importanti.
Allo stesso modo, i russi potrebbero colpire le fabbriche e gli snodi logistici ove vengono prodotti e smistati i sistemi d’arma utilizzati dall’ucraina e inviati dall’occidente “per la pace”.

Questo fa dell’Italia, come di altri paesi europei, un obiettivo legittimo, nella logica con cui sono stati attaccati gli iraniani e sui soliti media mainstream tali attacchi sono stati celebrati.

Ma in aggiunta a questi fatti, continuano le provocazioni verbali, atte a preparare l’opinione pubblica all’escalation.
Non che l’opinione pubblica conti granché. Infatti i sondaggi danno ampia contrarietà degli intervistati all’invio di armi, ma questo non cambia nulla.
Più che a formare l’opinione pubblica, forse certe dichiarazioni servono a mettere in luce chi le fa, una sorta di tamburino di guerra. E comunque segnano l’assuefazione a una situazione che ogni giorno diventa più grave, senza che la suddetta opinione pubblica se ne preoccupi.

Dopotutto, parliamo di una generazione che la guerra non l’ha conosciuta se non nei videogames, per cui c’è una sorta di distacco intellettuale nel discuterla come una presenza incombente.
In fondo non ci riguarda. Non ci ha mai riguardato, nella nostra breve memoria. Che peraltro può essere facilmente riscritta.

Così i cancelli di Auschwitz “si aprono”. Nell’ipocrisia di quel partito democratico lontanissimo discendente di quelli che 80 anni fa avevano le stesse bandiere e gli stessi simboli di quelli che in effetti quel campo lo aprirono, svelando al mondo l’ennesimo orrore di quello che è una guerra di sterminio: l’Armata Rossa.

Quell’Armata Rossa che un politico di una forza attualmente al governo nomina, in questi giorni, ricordando il sacrificio degli Alpini, con un “purtroppo già nel mese di dicembre i russi dilagano accerchiando le divisioni posizionate più a est

Assistiamo ogni giorno alla riscrittura della Storia, oltre che vergognosamente della cronaca.
Gli eventi che potrebbero far gioco al “nemico” non si raccontano. Si enfatizzano quelli al contrario. La narrazione è spudoratamente falsa e basta pochissimo nella maggior parte dei casi per verificarla. Ma non importa a nessuno in realtà.

Questo meccanismo funziona perfettamente dagli anni 90. E’ stato messo a punto in occasione della prima guerra del golfo, poi perfezionato nelle guerre Iugoslave. E poi è diventato la norma.

I media, inclusi in essa internet, i cosiddetti social che sono contenitori proprietari, in cui la verità è ciò che deve essere detto come tale riversano una massa enorme di informazione nella quale per la maggior parte della gente raccapezzarsi è impossibile e così, funziona il detto attribuito a Goebbels “ripeti una bugia un numero sufficiente di volte e diventerà verità”.
Che poi sia o meno di Goebbels fa poca differenza. Il concetto è quello.

Tornando alle “linee rosse” penso che siamo prossimi a sdoganare l’invio di armi in grado di colpire le retrovie russe, invio di aerei F16 e anche la formazione di una qualche forma di esercito di volontari, perlopiù polacchi, che permettano di mettere le scarpe sul terreno a militari Nato salvando la forma ovvero che la Nato non è in guerra con la Russia.

Poiché il punto è sempre uno: se questa guerra l’occidente non può vincerla se non impegnando direttamente le proprie truppe sul terreno, e non è comunque detto che tale impegno significhi automaticamente sconfitta della Russia, non può in nessun caso permettersi che allo sbando dell’esercito di Kiew corrisponda la creazione di un governo filo russo e una pax russa nel paese.
A quel punto, meglio dividere il paese in due tre parti, con quella ormai acquisita dai Russi e una parte nord in mano ai polacchi, in una sorta di protettorato che diventerà presto un’acquisizione.

Ma siamo sempre sul filo del rasoio, perché se questa è una possibile evoluzione, i rischi che invece qualcosa vada storto e si precipiti in un botta e risposta senza controllo con uso di armi di distruzione di massa sono piuttosto consistenti.