rieccomi

Sono tornato giovedi scorso da un paio di settimane in Corsica e ho intenzione di affliggervi con le foto. Sapevatelo e mettetevi il cuore in pace. Poche comunque, delle oltre 700 scattate.

Sarà una specie di diario di viaggio,  con qualche considerazione di carattere generale. Diciamo così… impressioni. Cose che ti vengono in mente quando non hai niente da fare, in vacanza.

La Corsica dal traghetto.

Non mi aspettavo niente, arrivando col traghetto da Livorno, con la macchina stracarica. Avevo passato gli ultimi giorni a studiare su internet cosa fare. Ero spaventato dal fatto che praticamente tutti quelli che c’erano stati parlavano di un traffico infernale ad agosto, e di strade terribili.  Queste non mi fanno paura in genere, ma il traffico si. Lo odio. Vivo a Roma. La mia vita è condizionata dal traffico. Preferisco un appuntamento a L’Aquila piuttosto che in centro. Faccio di tutto per evitarlo. In genere ci riesco muovendomi in orari per pochi, ma con Manu sapevo che non sarebbe stato molto possibile: abbiamo ritmi diversi per quanto riguarda la sveglia… Per cui titubavo.

Negli ultimi giorni ero alle prese con il sito Michelin che prendevo distanze e tempi di percorrenza da varie località verso altre. Con l’idea di verificare appena arrivato se corrispondessero alla realtà di agosto.

Ma intanto mi sono scelto un campeggio strategico. Fuori dalle zone più conosciute. Al centro del nord della Corsica, che dalle foto sembrava essere piuttosto ombreggiato (l’altra cosa che mi spaventava e che avrebbe potuto rovinarmi la vacanza, era il caldo!) e anche molto libero, senza piazzole obbligate in batteria, un’aerea al naturale, insomma. Il camping “Campita” che non è sulla guida Lonely Planet e nemmeno sui maggiori siti di informazioni si è rivelato, per i miei gusti, fantastico. Infatti c’erano pochissimi italiani. Molti olandesi, francesi, tedeschi.

Perchè mi trovo bene dove non trovo italiani e viceversa dove il posto mi dà l’idea di scappare non appena lo vedo è invariabilmente pieno di italiani?  Non lo so esattamente. Ma è una constatazione.  Quando il posto mi piace particolarmente incontro in genere degli olandesi. Quando si gode di un panorama romantico, i tedeschi.

macchina e tenda sotto gli alberi

Le docce erano fredde, al massimo tiepide. Ma potevi startene per conto tuo. Le tende sotto i lecci, nel fiume “Golo” che passava nel campeggio, era possibile fare il bagno, abbastanza profondo per tuffarsi.

Il Golo, nel camping

Insomma un piccolo paradiso, per noi. Avevamo pensato di fare una prima tappa lì,  un po’ lontani dalla mischia, per orizzontarci, prendere le misure… ci siamo restati dieci giorni.

Da Bastia a Francardo c’era voluta un’ora di macchina. Bella strada, poco traffico. Meglio così. Sapevo che vicino al campeggio c’era una falesia dove scalare: Caporalinu. Lo avevo letto nel sito del campeggio. Ma non mi ricordavo che anche a Francardo c’era una falesia. Avevo letto le due guide di arrampicata che avevo, ma non a livello di memorizzare tutti i posti dove si arrampicava.  E invece era pieno di calcare, li attorno. E quando dico vicino intendo 5 minuti di macchina, 5 di avvicinamento.

La prima sera in tenda ho freddo. Siamo solo a 300 metri ma c’è un’arietta che filtra dal tessuto della tenda che oltre al sacco a pelo mi fa tirare su il cappuccio della felpa con cui dormo. Come sono contento!

Il primo giorno ci inoltriamo però verso una falesia di granito. Siamo venuti più per il granito che per il calcare, dopotutto, visto che mentre questo dalle nostre parti abbonda, del primo non abbiamo proprio traccia, vicino Roma.

Rimango a bocca aperta, nella Vallée du Niolo. La Lonely Planet la menziona di sfuggita nelle ultime pagine quindi non ero preparato allo spettacolo di questa gola scavata nel granito, arida, aspra, la stradina che serpeggia , i colori rossastri. Chilometri di roccia e un torrente che scorre poco sotto la strada. Contornato da poco verde, piacevolissimo. La falesia passa decisamente in secondo piano.

la vallée du niolo

Ci fermiamo a fare foto, estasiati da questo paesaggio aspro, selvaggio.  Siamo in vacanza veramente, ora. Facciamo il bagno nel torrente, ce la prendiamo comoda. Poi andiamo avanti, arriviamo alla falesia di Cuccia, ma è troppo al sole e allora continuiamo, su fino alla foresta di Valdu Niellu…

E’ incredibile come possa cambiare il paesaggio in poco spazio. Sopra di noi cime dentellate, guglie di granito, montagna vera.

Per strada i maiali. Me lo avevano detto tutti che i maiali in corsica sono allo stato brado. Ma vederli in giro, attraversare le strade, dormire nei fossi a lato strada è un’altra cosa.

Di ritorno passiamo in falesia, in ombra, e assaggiamo la placche di granito. E’ dura ricordarsi di spalmare il piede sulle rugosità, invece di cercare appoggi inesistenti. Come è dura fare passi piccoli, ché tanto roba da tirare non la trovi. Un 5+ (ma perchè non lo chiamano 5c?) già sembra ostico al primo giro. Al secondo però va un po’ meglio. Per Manu è un mondo nuovo e come tutte le donne, si trova ad amare le placche.

manu su un 5+ senza nome

Io molto meno. E non vedo l’ora di andare sugli strapiombi di Francardo. Su grosse prese e l’amato calcare, ché il granito dopo tre giri già mi sono ricordato perchè mi stava tanto sulle p….

Il giorno successivo però decidiamo di vedere il mare. Michelin mi dava ad un’ora le spiagge di L’Ile Rousse. In effetti la strada è ottima, troviamo una decina di minuti di fila solo attraversando il paese, poi arriviamo in questa spiaggia ed è bella, di sabbia fine, bianca. Siamo circondati da italiani. Non sembra di stare ad Ostia perché parlano milanese o roba del genere, ma insomma… E comunque, mi cospargo di abbondante protezione solare e mi sistemo rattrappito sotto l’ala protettrice dell’ombrellone.

L’acqua però devo ammettere che è bella. Tanto che mi viene in mente di fotografarla da vicino. E questa sarà l’ultima foto che farà la mia digitale, visto che mi è finita in mare.

digitale R.I.P.


Tutto sommato, si può fare. Mare e arrampicata. Anche nella stessa giornata.

Nei giorni successivi andiamo a Francardo e Caporalinu. Calcare. Belle pareti. Tanto da chiodare ancora. Entrambe in ombra la mattina, a Francardo però c’è un settore esposto a nord in ombra tutto il giorno. E’ lì che scaliamo, su belle vie. Anche se Manu non gradisce troppo gli strapiombi.

Manu a francardo

Il giorno dopo andiamo alla spiaggi di Ostriconi. Molto affollata e piena di italiani. In genere la cosa, affollamento e presenza di italiani, coincide. Non so perchè.  La cosa però si fa interessante quando scopriamo che camminando un po’ ovvero soffrendo, sotto il sole, ci si può allontanare per un sentiero che costeggia il litorale del deserto des Agriates e allora il posto, per noi che cerchiamo la solitudine, diventa meraviglioso.

Qui metto qualche foto in più, perché merita sul serio. 45 minuti di cammino per questo.  Chiedete alla vostra indole se vale la pena.

Nei giorni successivi andiamo a scalare in Haut Asco. Una falesia in quota, uno scenario di montagna bellissimo.

Di vie, nella falesia di Asco, non ce ne sono molte e sono piuttosto difficili, per me. Inoltre ho sbagliato a interpretare la guida e così sono partito per il tiro di riscaldamento su un 6c, pensando fosse un 6a.  Se fossi stato nelle mie zone avrei capito subito che qualcosa non quadrava, ma un po’ perchè sul granito mi trovo male, un po’ pensando che i gradatori fossero dei pazzi ho continuato fino alla catena, usando tutti i sotterfugi antietici possibili e immaginabili. E anche oltre.

E comunque nella falesia di Cuccia mi è capitato di leggere sotto le vie 6a e 5c e poi di trovarle gradate sulla guida rispettivamente 6b+ e 6b. Il 6b+ peraltro di fessura da incastro di mano su roccia abrasiva a dir poco.  Quindi ero preparato a schiaffoni a ripetizione. Ma insomma scambiare un 6c per un 6a è dura.

Ma il posto era talmente bello che chissenefrega degli schiaffi… c’era un torrente spettacolare. Ci siamo messi a mollo e … va bene così.

Poi andiamo a vedere i Calanques. Dicono che sono spettacolari e bisogna andarci. Io in genere diffido dei posti dove “bisogna andare” ma facciamo un’eccezione.

Lungo la strada rimango ancora stupito dalla quantità di boschi e foreste, ma anche di roccia, tantissima roccia. E’ il paradiso degli arrampicatori, senza dubbio. Tre ore di macchina. Non c’è traffico e la strada non è male, ma non credo ci sia un tratto rettilineo di 400 metri su 80 km.  Però mi trovo bene a guidare.

Bisogna stare attenti alle mucche e ancora di più ai maiali, però. A Calacuccia una banda di facinorosi aveva rovesciato i cassonetti appena dietro una curva e stava pasteggiando allegramente: momenti faccio una strage.


Anche di mucche in giro ce ne sono  parecchie. Di un colore che si confonde con la terra, o le pareti di roccia. Senza gli odiosi campanacci al collo, che dalle nostre parti mettono anche ai cavalli, in giro a brucare la poca erba che trovano. Magre. Mi ricordano le immagini di certe mucche in africa, ai margini del Sahel. E’ strano che con tutta l’acqua che vedi scorrere in giro i Corsi non irrighino campi a scopo agricolo o per i pascoli. E’ strano per noi che siamo abituati a vedere un uso intensivo, ai limiti e spesso bel oltre, dell’abuso delle risorse. Ma forse è per questo che questa terra da la sensazione di essere rispettata.

I limiti indicati dai pochi cartelli indicatori sono giusti. Se dicono 70 kmh è che proprio di più non puoi andare, a meno di far fischiare le gomme. Cosa che proprio non mi interessa. In italia sabato scorso ho visto, purtroppo non l’ho fotografato, un cartello con limite 10 kmh per una curva che si può fare a 70. Oh… 10 kmh è roba da runner della domenica… in andatura blanda!!

Il senso di questa cosa mi è sempre sfuggito. Quello che mi è chiaro è invece l’effetto diseducativo: leggi assurde che in quanto tali non vengono rispettate portano all’abitudine ad infrangere le leggi. Che si tratti di codice civile o codice della strada fa poca differenza.    Come in quelle strade in tutto simili ad autostrade con limite a 90, dove se vai a 100 ti suonano o ti fanno i fari,  e dove però ci sono autovelox che ti castigano se non stai più che attento.

Come la firenze-livorno, tanto per dirne una… dove al ritorno, appena uscito dal traffico del porto alla prima accelerata rischio di aver preso una multa. Speriamo di aver avuto la targa troppo sporca!

Ma torniamo ai Calanques. Il posto è oggettivamente fantastico.

Di immagini in rete ne trovate quante ne volete, quindi non ne metto. Noi ci siamo limitati a passarci in macchina, fermandoci ogni tanto a fare foto. Però troppe macchine. Per carità, non è che pretendo il deserto ad agosto, però passo oltre velocemente e cerco posti più tranquilli.

Siamo andati a mettere il nostro ombrellone rosso alla plage de Arone, comunque frequentata anche troppo, per i miei gusti. Ma per un giorno, dopo tre ore di macchina, si può fare.

E quindi siamo tornati a “casa”.  Ovvero il campeggio a Francardo. Ma prima ci siamo fermati a Cuccia, alla falesia, a prendere schiaffi.

In tutti questi giorni abbiamo sempre mangiato cucinandoci in campeggio la sera e portandoci i panini dietro per il giorno. La Corsica è cara. Lo è un poco di più dell’Italia nei supermercati, che comunque sono, come i supermercati francesi, mediamente molto meglio dei nostri per la possibilità di scelta, e molto di più per i beni di consumo da strada: quali gelati, bibite, panini eccetera. Il carburante quest’anno costava uguale.

Noi abbiamo fatto la spesa e siamo andati a cena in un ristorante una sola volta. Alla fine, tutto incluso, abbiamo speso una media di 30 euro al giorno a persona. Incluso viaggio in nave, macchina, eccetera. Tutto ma proprio tutto.  Non mi pare tanto. Insomma dipende dalla vacanza che vuoi fare. Se pensi di andare nei posti più alla moda, nelle ore di punta, di mangiare e bere per locali, allora troverai traffico e spenderai molto. Contento tu, contenti tutti… anche i Corsi, probabilmente, che facendo di necessità virtù, vivendo in un posto meraviglioso che comunque sarebbe invaso dai turisti, cercano di trarne almeno un ritorno economico.

Il posto noto per gli arrampicatori, in corsica è la valle della Restonica, a Corti e la zona della Bavella, più a sud.

Avevamo fatto un pensierino di una visita a Bavella ma stavamo troppo bene nel campeggio del vecchio Batista, quindi sarà per la prossima volta. Sulla Restonica invece, che avevamo a pochi chilometri, ce la siamo ritardata a dopo ferragosto, convinti che prima ci fosse troppa gente. In effetti era così. Il posto è bello, ma troppo frequentato questo periodo. Non da arrampicatori, bensì da automobilisti in cerca di parcheggi dove scender per fare il bagno nel torrente. E di gente che ad ogni curva (ovvero ogni 40 metri) suona ripetutamente il clacson per avvertire del suo incipiente arrivo.

Il risultato è una sorta di clamore continuo, che si placa solo all’ora di pranzo.

Oltretutto le pareti di arrampicata sono tutte, ad esclusione di una, esposte a sud. Quindi troppo calde.

In quell’unica esposta a nord siamo andati e l’abbiamo trovata deserta. Forse troppo avvicinamento? (15-20 minuti).  Nonostante il nome – tomba – ci siamo divertiti molto. Belle vie.  E poi bagno al torrente.

Lo stesso, nel senso del bagno al torrente,  nella falesia di Pont du Vecchio, nella poco frequentata zona, ma bellissima, selvaggia, della Foret du Cervello. Le vie erano su granito nero e al sole già alle undici del mattino. Dure e sottogradate, mentre in Restonica il contrario.

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Poi, dopo 10 giorni, ci siamo spostati nella zona di Cap Corse. Volevamo avvicinarci a Bastia, dove avremmo ripreso il traghetto per l’Italia.

Il campeggio a Sisco era piacevole, i servizi ben tenuti, l’ambiente accogliente e tutto sommato ci siamo organizzati bene.

Ci eravao riuniti ad una coppia di nostri amici e la sera c’erano interminabili partite a machiavelli e giri di mirto. Le donne uscivano sempre vincitrici, sia dall’una che dall’altra sfida.

Però era sovraffollato, per i nostri gusti. Le tende erano molto vicine le une alle altre. Insomma un camping normale.

In tre giorni però siamo riusciti a trovare tre posti da sogno in cui stare da soli.

In questa caletta davanti allo scoglio della Giraglia, all’estremo nord. E non era nemmeno troppo lontana dalla strada e la macchina. Circa 10 minuti. Nelle vicinanze di Barcaggio.

Scogli e un sacco di posidonie secche e fare da cuscino in una grotta naturale.

Il giorno dopo di nuovo, nelle vicinanze. Dalla Plage de Tamarone, vicino Macinaggio. Stavolta è più faticoso superare la spiaggia affollata e trovarsi un posto tranquillo. Una mezzora abbondante per trovare questo:

E stavolta avevamo anche l’ombrellone, temendo di non trovare ombra.

Il giorno successivo abbiamno affittato una canoa e ce ne siamo andati un po’ in giro, essendo la zona sopra Nonza poco camminabile alla ricerfca di angoli nascosti, essendo a picco sul mare, tranne il piccolo porticciolo dove abbiamo preso la canoa: alla Marine di Giottani, un posto turistico, ma non troppo. Poca gente sulla spiaggia di ciotoli, un bar, il ristorante dell’albergo, il porticciolo solo per piccole imbarcazioni.

E abbiamo fatto anche in tempo ad arrampicare, in questi tre giorni, alla Torre Seneque, dove le vie sono facili e il difficile è prima prima della prima protezione, nonché fotografare il tramonto, dalla Torre.

Difficile scegliere fra le foto che abbiamo fatto, la maggioranza purtroppo con i cellulari, data la prematura dipartita della digitale, ma i luoghi bellissimi riescono ad emergere anche nella scarsa qualità delle foto (e dei fotografi).

E ora sono di nuovo qui, a leggere di Bossi di Maroni di Berlusconi e di Tremonti.  E non è la stessa cosa.

…………………………

Nota ai margini specifica per gli arrampicatori:

Ho scalato in qualche falesia: Francardo, Caporalinu, Cuccia, Restonica, Asco, Pontevecchio, Torre Seneca.

Avevo la guida di Maurizio Oviglia “Arrampicate sportive in Corsica”  (purtroppo esaurita) e “falaises de corse“. Integrare le informazioni delle due guide a volte è ostico. Alcuni nomi sono diversi e anche i criteri di presentazione delle vie, nonché molte valutazioni.

Ho fatto solo falesia, niente vie lunghe. E Francardo è il posto che mi è piaciuto di più.

Ebbene si, preferisco il calcare. E quello di Francardo è lavorato, a volte molto doloroso per le dita, con intrusioni che sembrano pezzi di carbone. Hai idea che a caricarli gli appoggi si rompano, e invece tengono.

E’ un sito fatto di molti piccoli settori per la maggior parte in ombra la mattina. Alcuni però immersi nella lecceta per cui buona parte della via sempre ombreggiata. I gradi mi sono sembrati giusti. Nel senso che sono quelli cui sono abituato nella mia zona. A guardarsi attorno viene da pensare che ci sia molto ancora da chiodare, ma non sono stato a verificare sul posto. La chiodatura l’ho trovata attenta e intelligente.

Caporalinu, è a poca distanza da Francardo, ma il calcare è diverso. Assomiglia a sperlonga, ma molti buchi sono svasi. A volte. Non lo sai mai prima però.

Alcune vie sono un po’ unte. Anche qui è in ombra la mattina. I gradi mi sono sembrati stranamenti dissimili fra loro, anche su vie limitrofe. Forse risente di chiodature in epoche diverse.

Cuccia è una falesia piccola, granito a tafoni e placche. E’ uno dei pochi posti che ho visto in cui i gradi sono indicati sotto le vie. Tranne due vie a sinistra che non erano su nessuna delle due guide, la mia valutazione, secondo il metro del luogo, è 5+ quella a sx e 4+ quella a dx.

Le altre come dicevo hanno il nome e il grado sotto. Ma attenzione! è sbagliato…

Io ho cercato il riscontro fra questi e quelli della guida “falaises de corse” solo per le prime 3-4 vie. Erano uguali. Quindi sulle successive ho evitato di tirare fuori la guida fidandomi di quelli scritti sotto e mal me ne è incolto. Ho beccato un 6a (scritto sotto) che nella guida è dato 6b+. Ed è 6b+ in effetti. Passaggio in strapiombo con incastro di pugno in fessura svasa (dolorosa).

La scritta appare vecchia. Mi è rimasta la curiosità: erano i vecchi gradi? ma come si poteva dare quella via 6a? oppure era uno scherzo mangia rinvii? boh. Anche la via accanto data 5c (scritta sotto) sulla guida è data 6b.

Ma allora perchè i 5+ – guida e scritte – sono coerenti?

Mistero.

Altri misteri:

Perchè in alcune falesie, (torre seneca ad esempio) la chiodatura è perfetta nella via ma rischia di farti ammazzare per la prima rinviata?

Torre Seneca (zona Cap Course) è deliziosa. Va in ombra il pomeriggio presto. E’ immersa nella lecceta. Le vie sono poche però, su scisto, e c’è un 5+ che ha un attacco di 6b. Qui però non rischi di lasciarci il rinvio: infatti il grado è prima della prima protezione.

In Restonica ad agosto scalare è difficile. Le vie sono tutte esposte a sud. L’unico settore a nord (granito giallo a spigoli, in un settore e bianco lavorato in un altro) però è sovragradato. Però le vie sono bellissime, di 30-35 metri e portarsi a casa qualche soddisfazione dopo gli schiaffi dei giorni precedenti non fa male.

La falesia di Asco è in quota. Il posto è meraviglioso. Per arrivarci bisogna intuire il sentiero. I gradi mi sono sembrati corretti. Il granito è scuro, umido. Qui ho sbagliato io. Ho letto male la guida e per scaldarmi anziché partire su un 6a sono partito su un 6c. Avendo preso schiaffi il giorno precedente non è che mi sono premurato di controllare meglio: ho semplicemente pensato che era gradata a cazzo di cane. Chiedo venia per gli accidenti che ho mandato agli estensori della guida. In effetti il 6a che poi ho fatto, dopo essere arrivato in catena del 6c snocciolando un rosario… era un 6a.

La falesia di Pont du vecchio (foret du cervello) dice che è esposta a ovest e al sole il pomeriggio. In realtà alle undici su quel granito nero ci puoi già cuocere le uova. Anche qui i gradi menano come fabbri. Pur avendo evitato le placche attentamente e cercato gli strapiombi a tafoni ho trovato schiaffi quanti ne volevo.

Per questo alla fine sono andato più al mare che altro. Mica puoi tornare dalla vacanza amareggiato e intristito.

Eccheccazzo.

Ho fatto finta di niente passando davanti a Pietralba. E ho anche evitato L’Ile Rousse. Erbalunga. E ovviamente, St. Florent. Fossi matto.

10 Risposte a “rieccomi”

  1. Bentornato, alcune foto rendono veramente giustizia al luogo: la tua ultima frase poi…è così lapidaria..e purtroppo condivisibile.
    Che scenari diversi, che diversa realtà.

  2. son contento che hai assaporato pure tu la meraviglia che è la corsica! ;o)
    io dopo una 20ina di viaggi ritengo di conoscerla un pochetto… e la trovo cmq sempre meravigliosa

    …riguardo i prezzi, si, devo darti ragione: negli ultimi anni, un po’ come dappertutto e, IMO, sull’onda dei furbetti dell’Euro, è aumentata parecchio
    ricordo la prima vacanza a 19anni in fuga dalla motovedetta a genova, ovvero senza aver avvisato dell’espatrio in caserma… tra nave, campeggi (spesso liberi) cibo e altro.. non spesi più di quanto avessi per stare in caserma 😀
    fu cmq amore a prima vista, essendo io alla fine un montanaro in quegli anni invaghito di mare 😀

    ciò fatto di tutto in corsica che, come hai potuto ben vedere, si presta ad ogni e qualsiasi attività all’aria aperta: dalla vela allo sci, cascate ed alpinismo, mtb, rafting, bici da strada… tutto.
    è un piccolo paradiso a 4 ore da quella merda che chiamano mare/spiaggia della liguria :-S

    oh.. mi son rotto
    ti saluto, a presto ;o)
    tc

    1. Eh si è veramente un posto fantastico. Mi spiace, in 15 giorni di agosto, non aver avuto la minima possibilità di conoscere un po’ i corsi. Ma nemmeno lo pretendevo d’altronde.
      Ho delle sensazioni, guardandomi attorno. Ma sono troppo vaghe e potrebbero essere del tutto sbagliate. Non so.
      Mi pare di aver colto, ma ribadisco il mi pare, una certa naturale predisposizione al non fare oltre lo stretto necessario.

      Intendo, con “fare” tutto quello che ci porta ad andare oltre, ad accumulare, a “crescere” a mettere fronzoli, ad aumentare… in quella costante e perniciosa ricerca del di più che diventa superfluo, ridondante, inutile.

      Non ci vedo una sorta di coscienza ecologica in questo. E’ qualcosa di più antico. Ben precedente all’intellettualizzazione del concetto di essere leggeri alla terra.
      E’ chiaro che non tutto è così, la logica del business è anche lì.

      Ma la cogli, qui e là, la cultura di fondo dello stretto necessario. Nelle case, nelle strade, nei campi, nelle bestie.

      Mi è piaciuto molto.
      E’ quello che della corsica mi è piaciuto di più.

      1. eh… i corsi 😐
        io ciò sempre avuto, quasi dall’inizio, un rapporto di amore/odio con questa gente tanto fiera e forte

        di odio, fin da subito, ché la seconda volta che tornai sull’isola, a 20anni,
        sceso dalla nave dopo 20km di strada verso sud, di notte, ho avuto lo spiacevole incontro frontale in auto
        con uno di questi caratteristici, fieri, ribelli e forti corsi; ubriaco, alla guida di una ladaniva senza assicurazione, con un fucile a canne mozze sul sedile, etc.etc…
        purtroppo in quello sfortunato episodio persi i miei due più cari amici… e cari amici a 20anni penso tu capisca cosa voglia dire :-S oltre ai mesi di ospedale miei, prima giù e poi rimpatriato in aereo a casa, i processi etc.etc…

        di amore che, cmq dopo quell’odioso incidende, mi ha sempre legato verso quella terra, quella gente

        un po’ di episodi: una volta arrivo in un rifugio di notte, ad haute asco. primavera, un sacco di neve. ero li per far scialpinismo e su di una preziosa e vecchia guida lessi che il rifugio aveva un locale invernale sempre aperto: pronti, via. si va anche se è sera, anceh se abbiam finito la gita al tardo pomeriggio saliamo fin dove si arriva…
        ecco, appunto… fin dove si arrivava! ca un7/8 km dal rifugio la strada non è più sgombra dalla neve 🙁
        rifai gli zaini, metti gli sci, frontale e via
        dopo un oretta e mezzo arriviamo ad haute asco, vedo il rifugio e cerchiamo il locale invernale…
        gira intorno dappertutto, tutto chiuso, sbarrato. ‘catrota :-S
        eran le 9 di sera, buio pesto, un freddo becco ed in culo al mondo… fanculo
        esco le picche dallo zaino ed opero un lavoro di cesello ad una finestra al piano interrato
        dopo 5 min eravam dentro in quello che ricordavo come dormitorio estivo. difatti era pieno di letti a castello e ciera pure una cucina con stufa, corrente ed acqua. bene
        si, bene… peccato che dopo 20 min che siam li a preparar da mangiare arriva un tipo tutto intabarrato con un fucile fra le braccia, con toni leggermente minacciosi :-S
        beh… tempo mezzora di discussione, spiegazioni etc.etc ed eravamo in cucina su di sopra a mangiar spezzatino di muflone 😀

        ‘naltra volta pochi anni fa, in moto ad agosto. ‘na vacanza di ripiego, fatta al volo in un periodo down.
        ero nei dintorni di ile rousse, e d’improvviso dopo un paio di giorni che notavo strani contatti alle luci mi si spengono di botto :-S guardo l’assistenza ed in zona nulla, unico punto a bastia, dove il giorno dopo avrei dovuto prender la nave per il rientro. ‘catroia, era domenica e tutto chiuso, arrivavo a savona alle 10 di sera e comecazz torno a casa senza luci, in autostrada??
        giro un po’ per il paese finchè vedo un tizio con un mega bmw da enduro, lo fermo e gli chiedo info
        beh… questo mi porta a casa sua, una MEGA villona in collina a picco sul mare, apre i garage e… ta-dàaaa: il paese dei balocchi! :-O una sfilza di mega auto, tra sportive e lussuose, una decina di moto da sogno e qlc centinaio di macchinette da poker o cose simili, una dozzina di flipper di tutte le età etc.etc…
        beh, questo mi ha raccontato in pratica tutta la sua vita, nel mentre mi sostituiva EGREGIAMENTE tutto l’impianto elettrico della moto (ho ancora montato quella riparazione volante 😀 )
        questo era un Corso figlio di briganti, è stato 20anni nella legione straniera imparando di tuttunpo’ riguardo elettronica e trasmissioni, ha fatto una paccata di soldi, ha conosciuto e sposato una donna bellissima in marocco (la quale nel mentre della riparazione ci deliziava con the alla menta, tramezzini etc,etc,) è rientrato in corsica e s’è messo a riparare elettrodomestici, ché prima li mandavano via nave a marsiglia: la sua fortuna. poi visto quanto doveva lavorare ha mollato tutto, s’è costruito la casa e s’è messo ad intrallazzare co’ video poker e cose simili, sempre sul filo della legalità
        o dell’illegalità 😀
        alla fine della giornata (si, siam stati dal tardo mattino fino a sera in garage a lavorare/chiaccherare) mi ha offerto l’ennesima birra corsa, mi ha stretto la mano ed augurato buon rientro 😀

        questi imo son i corsi, quelli veri 🙂

        mi son fatto anche un’idea frequentando tanto l’isola: tutto, o quasi, quello che vedi di commerciale, di business spinto, che va oltre il vivere e nutrirsi, è praticamente tutto dei francesi. a partire dagli odiosi centri commerciali nati come funghi ovunque, per finire ai villaggi vacanza nati negli ultimi 10anni (prima non c’era NULLA!) le agenzie commerciali/immobliari etc.etc.

        e non so se ti sei reso conto del *buon rapporto* che hanno con i francesi…

        la vera identità dell’isola cmq la vedi in inverno, quando la costa rimane praticamente DESERTA (ma per davvero!) e rimangon abitati e vivi i soli paesini sulle colline, nell’entroterra.
        ricordo la fatica a trovar da dormire e mangiare fuori dalle città, su per i monti… praticamente impossibile 🙂

        bom… mo’ provo a veder di lavorare un po’, vah 😀
        ciao buzz
        a presto!

  3. Ciao Buzz, bentornato.
    Anche a me era piaciuta la Corsica, qualche anno fa, tra il 25 aprile e il 1 maggio, pochissimi turisti e alcune delle bellezze che tu hai riportato, un giro completo con qualche puntata nell’entroterra.
    Serve, un po’ di vacanza.
    Anche quassù, tutto bene.

  4. Bella la Corsica, ci tornerò prima o poi. I Corsi quando parlavano nel loro dialetto li capivo abbastanza ma a noi si rivolgevano sempre in francese. Buffo che abbiano tutti un cognome italiano.

  5. .Sebbene la maggior parte delle persone vengano in Sardegna per arrampicare in falesia spesso accanto al mare le multipitch sono il vero gioiello dell isola. Le nostre prime vie nuove risalgono al 2007 ad una falesia sopra l SS125 al nord di Baunei che abbiamo battezzato sviluppato con Maurizio Oviglia.

    1. ehm… mi sfugge il collegamento di questa frase con il post o gli altri commenti, tanto che ho il sospetto che sia una frase più o meno casuale buttata lì solo per mettere il link collegato al nome.
      purtroppo nell’approvazione del commento però quel link è andato perduto, ahimè.

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