Michele Serra e Grillo.

E’ incredibile il tono dei commentatori di sinistra. E Michele Serra lo è, no? Di questa sinistra che abbiamo in Italia, dico. Almeno, passa per esserlo, e i suoi arguti elzeviri contro Berlusconi in questi anni hanno deliziato il popolo di sinistra, con una giusta dose di ironia e sarcasmo, intelligenza e critica politica.

In effetti, il torto più grande di Berlusconi, in questi anni, è stato quello di aver fatto passare come di “sinistra”. O addirittura “comunisti”, tutta una genìa di personaggi che erano più che altro delle caricature, di quello che si potrebbe pensare sia qualcuno di sinistra.  Radicalfighetti alla Bertinotti o intellettuali organici come Serra.

Ma gli intellettuali dovevano essere organici al Partito, Serra. Non ai mercati. Non ai banchieri. Non ai proprietari di giornali, sai Serra? C’è stato un grosso equivoco mentre passavano gli anni e l’essere di sinistra veniva dimenticato nei suoi fondamentali.

Già. Perché sai, Serra? Andare nelle piazze fra la gente, preferire il popolo ai salotti è una cosa fottutamente di sinistra. Una cosa sporca, fumosa, se ancora si fumasse nelle sedi di partito, sudata, che odora di gente.

Gente che ti strilla dei suoi problemi, come se tu fossi la madonna. Come se con un colpo di bacchetta magica potessi risolverglieli. Gente che viene a vederti perché vuole, disperatamente vuole, avere speranza, mantenere un pizzico di fiducia nel futuro.

Se la sinistra, questa sinistra, fosse rimasta tale negli ultimi 30 anni, invece di preoccuparsi dei mercati, dello spread, degli investitori, si preoccuperebbe del suo popolo elettivo: della gente. Se i suoi intellettuali come te, Serra, fossero rimasti anche lontanamente di sinistra, non scriveresti di preferire l’autoritarismo alla democrazia perché si preferisce andare in piazza, piuttosto che in un salotto televisivo.

E poi, Serra.

Ma quando mai, dico, quando mai, un giornalista ad un politico fa “domande scomode” ? A chi, dove, quando? Ma se nemmeno i nemicissimi Travaglio-Santoro sono riusciti a fare domande scomode a Berlusconi, pensi davvero che Grillo avrebbe potuto essere messo in difficoltà da una intervista?

Ci vuole della malafede, e una spocchiosa arroganza, per affermare questo. Quando è abbastanza evidente che un uomo di spettacolo come Grillo, un animale da palcoscenico,  davanti ad una telecamera si cucinerebbe a puntino qualsiasi interlocutore, quale che sia l’argomento di cui si parla, per il semplice meccanismo superficiale tipico della TV in cui conta molto di più come dici le cose di quello che dici.

Senza contare che Grillo può attingere da uno sconfinato repertorio di nequizie dell’attuale classe dirigente, tutta.

Senza contare che Grillo ha dalla sua, incontrovertibilmente, il non aver provocato alcun guasto, in questo paese. Anzi, laddove nelle situazioni locali il M5S è arrivato nelle amministrazioni sta facendo bene.

Di cosa dovrebbe mai aver paura Grillo?

Se Grillo non vuole confondersi, sottolinea una diversità del M5S che è evidente.

Ed è anche un segnale forte: la politica non si fa nei salotti. Si fa fra le gente. Ascoltando la gente.  Non si viene leggittimati da comici, cantanti, presentatori, finti economisti, commentatori da divano. Si va alle radici. Anzi, si portano fuori le radici stesse della politica. Si porta la gente a dare un taglio con la politica delegata, da telespettatore tifoso.

Per te Grillo è odioso quasi quanto Berlusconi? Dimostri solo la tua subalternità alla logica di Berlusconi, che ha portato la politica nei salotti, fra gli imbonitori, i telequiz e i talk show e ne ha fatto la sua forza.  E ancora una volta dimostri quanto questa sinistra e le sue teste pensanti non hanno capito mai nulla, del fenomeno Berlusconi.  Così come non stanno capendo nulla del fenomeno Grillo.

Quello che è mancato alla sinistra per decenni è stato immedesimarsi, capire, gli italiani che votano Berlusconi. Disprezzati e esorcizzati in blocco come una feccia indistinguibile. Quello che sta mancando ancora una volta alla sinistra ora è capire la gente che vota Grillo perché Grillo è in sintonia con loro.

Nelle piazze di Grillo puoi trovare insieme operai, disoccupati, imprenditori, artigiani, commercianti, gente del nord, del sud, isolani e montanari, gente di mare e di città. Trovi un Italia con cui la sinistra ha perso da decenni ogni contatto. Grillo con il suo straordinario talento comunicativo ha una funzione catalizzatrice e le spinte centripete della crisi fanno il resto. Ma la sua funzione non è solo oggettiva. Come spesso accade a grandi uomini nella storia, incarna lo zeitgeist. Che questo ti piaccia o meno.

Esorcizzarlo con questi commenti acidi sul filo dell’isteria è  cecità politica; di più, tafazzismo congenito.

4 Risposte a “Michele Serra e Grillo.”

  1. Serra dimostra una volta di più di essere una povera penna idiota al servizio di un furbo imprenditore ed editore. uno che ha capito che a stare dalla parte “giusta” ci si guadagna.

    Venerdì sera piangeranno lacrime amare quando, pioggia o non pioggia, vedranno la “loro” piazza stracolma di gente che non vede l’ora di vederli nei campi a sovesciare la terra.

  2. Finchè ci sarà questa violenza nelle parole nulla avrà mai senso in nessun progetto politico o presunto tale. A quanto pare il culto della personalità non riesce a passare di moda. Da un buffone a un comico…

    1. forse ti sfugge, probabilmente vivi anche tu nella stessa realtà separata della nostra classe dirigente, la violenza che è imposta ogni giorno su chi non trova lavoro o trova lavori non dignitosi, su chi lo perde a 50 anni, su chi vede la sua attività sempre più in difficoltà, su chi non gliela fa ad arrivare a fine mese.
      E mi vieni a parlare di violenza nelle parole? E dove sarebbe questa violenza?
      Ringrazia che ci sia solo questa veemenza e questa passione invece, del tutto circoscritte nei canali istituzionali.

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